La leptospirosi è una malattia di origine batterica che colpisce i cani, ma anche molti altri animali domestici e selvatici. È una patologia pericolosa, soprattutto per i cani più giovani, che aggredisce reni e fegato e che può trasmettersi all’uomo.
La leptospirosi è causata da un batterio noto come leptospira, che si diffonde nell’ambiente attraverso le urine degli animali infetti e può causare danni renali ed epatici ai cani colpiti. Il contagio avviene solitamente all’esterno, in ambienti ricchi di acque stagnanti, frequentati da roditori o altri animali infetti.
Dopo la diagnosi si interviene con terapie antibiotiche e di supporto, ma la soluzione migliore è la vaccinazione, secondo le indicazioni che il veterinario saprà fornire sulla base dello stile di vita del cane e dell’ambiente in cui si muove.
Il batterio della leptospirosi
I ceppi di batteri del genere Leptospira che possono infettare i cani sono numerosi e diversi. Il batterio viene veicolato da varie specie di animali, domestici e selvatici, che lo diffondono nell’ambiente attraverso le urine. Topi, ratti, ma anche bovini, cavalli, cani e altri animali sono tutti ospiti idonei alla veicolazione e alla diffusione delle leptospire.
La modalità più diffusa di infezione è quella tramite il contatto con urine infette. Le leptospire penetrano nell’organismo del cane attraverso le mucose o attraverso ferite o abrasioni della pelle. All’interno dell’organismo, si diffondono nel flusso sanguigno e si moltiplicano rapidamente, con un periodo di incubazione tra l’infezione iniziale e la comparsa dei primi sintomi che può andare da 2 a 26 giorni.
Dopo la fase iniziale, il batterio si dirige verso i suoi organi bersaglio, compresi reni e fegato, dove può causare i danni maggiori all’organismo dell’ospite.
Il cane e il contagio da leptospirosi
Nella maggioranza dei casi, come detto in precedenza, il contagio che porta alla leptospirosi avviene dal contatto con urine infette. Dunque gli ambienti in cui è più facile che il vostro cane contragga l’infezione sono quelli umidi, ricchi di acque stagnanti o quasi ferme, e dove vivono animali come roditori che contribuiscono alla diffusione del batterio.
Canali, stagni, corsi d’acqua lenti, zone paludose o acquitrinose, fossi, sono perciò il luogo perfetto per la diffusione delle leptospire, soprattutto da parte di topi. Si tratta infatti di microrganismi che sono in grado di sopravvivere nell’acqua o nel terreno per diverse settimane, anche per mesi.
Qui sarà perciò più facile per il cane infettarsi, sia bevendo l’acqua contaminata, sia anche semplicemente camminando nell’acqua: i batteri possono infatti penetrare nel suo organismo attraverso piccole ferite o abrasioni superficiali della pelle e anche le mucose di occhi, naso e bocca.
Una volta infettato, il cane può continuare per un lunghissimo periodo di tempo a diffondere nell’ambiente i batteri attraverso le sue urine, anche per anni.
Infine, un’altra via di infezione è quella in utero, dalla madre infetta al suo feto.
La vaccinazione: funziona?
Come detto, i ceppi sono diverse decine e fino a poco tempo fa il vaccino copriva solo i due più comuni; nel 2016 è uscto un nuovo vaccino tetravalente per la Leptospirosi canina comprendente quattro le varianti (canicola, icterohaemorragiae, australis e grippotyphosa) e quindi aumentano le probabilità di copertura. In realtà sono ancora esclusi ceppi come il bratislava, il pomona, l’autumnalis e il saxkoebing.
Nei cuccioli il nuovo vaccino è somministrato ai cani con due iniezioni sottocutanee distanziate da quattro settimane. La prima iniezione può essere somministrata da sei a nove settimane di età. Quando è possibile stabilire che i cuccioli hanno un elevato livello di anticorpi materni, si raccomanda di somministrare il primo vaccino all’età di nove settimane. Una singola dose di richiamo dovrà essere somministrata ogni anno per mantenere efficace il vaccino.
Se vivete in una zona in cui sono presenti topi o se il vostro cane frequenta abitualmente zone con presenza di acqua ferma o stagnante, è il caso di consultare il veterinario su come regolarsi. Lo stesso vale per chi va a caccia con i propri cani e li conduce inevitabilmente in aree dove le possibilità di contagio da leptospire sono più alte del normale, anche per la presenza di numerosi animali selvatici: il ritmo delle vaccinazioni potrà per esempio essere regolato secondo i tempi della stagione venatoria.
Sintomi e diagnosi della leptospirosi nel cane
La leptospirosi nei cani può manifestarsi con sintomi di vario genere. In alcuni casi, l’infezione è asintomatica, ma questo non impedisce alla malattia di progredire e anche di provocare la morte del cane malato.
Generalmente i sintomi dipendono dalla gravità e dall’evoluzione della malattia: a seconda del livello di aggressione ai diversi organi si potranno notare nel cane febbre (anche fino a 40 °C), inappetenza, dolore muscolare, rigidità o scarsa mobilità, tremore, debolezza, depressione, vomito, sangue nelle urine, ittero.
Può anche essere presente congiuntivite, accompagnata da difficoltà respiratoria e tosse secca. Insomma, i sintomi possono essere molti e diversi, comuni anche ad altre patologie.
Come per qualsiasi altro caso in cui il vostro amico a quattro zampe abbia qualche problema di salute, la cosa migliore è farlo visitare tempestivamente dal medico veterinario. Per la diagnosi di leptospirosi il medico si basa su osservazioni cliniche e test di laboratorio. Oltre alla consueta e accurata visita dell’animale, potranno essere effettuati test su sangue e urine per individuare eventuali anomalie.
Inoltre possono essere eseguiti esami sierologici per cercare di rilevare la presenza di anticorpi specifici per la leptospirosi. In ogni caso, la diagnosi finale sarà il risultato della combinazione di esami clinici, visite e storia clinica del cane malato.
La leptospirosi nell’uomo
L’uomo può contrarre la leptospirosi allo stesso modo in cui può infettarsi il cane, ma la malattia può anche trasmettersi dal cane all’uomo. In caso di dubbio di contatto con animali di cui si sospetti l’infezione è ovviamente indispensabile contattare subito il proprio medico.
Quando poi si ha un cane a cui sia stata diagnosticata la malattia, sarà opportuno mettere in atto alcune precauzioni per ridurre al minimo i problemi:
evitare contatti con urina e sangue dell’animale
curare con attenzione l’igiene e la disinfezione di ambienti e oggetti (detergenti antibatterici, candeggina diluita in acqua al 10%)
utilizzare indumenti protettivi per evitare contatti diretti.
Come si cura la leptospirosi nel cane?
La leptospirosi è una malattia causata da batteri, per cui la terapia prescelta è quella con antibiotici, con l’obiettivo di:
eliminare l’infezione batterica dall’organismo del cane malato;
evitare che l’infezione progredisca nella sua aggressione agli organi dell’animale;
limitare le possibilità di trasmissione dell’infezione stessa ad altri animali e all’uomo.
Oltre alla somministrazione di antibiotici, il veterinario potrà decidere altri tipi di interventi terapeutici a seconda delle condizioni dell’organismo. Per esempio, contro la disidratazione potrà essere necessario provvedere alla somministrazione di fluidi, oppure di farmaci per contrastare vomito e nausea.
Sarà il medico veterinario a scegliere la combinazione terapeutica più efficace caso per caso. In ogni caso tenete conto che prima si interviene, maggiori sono le possibilità di guarigione, per cui non aspettate troppo a fare visitare il vostro cane quando sospettate che abbia contratto un’infezione.
Come prevenire la leptospirosi nel cane
La via della prevenzione è come sempre quella preferibile. Sarà dunque opportuno ricorrere a un regime efficace di vaccinazioni, da concordare con il proprio veterinario di fiducia.
Non tutti gli animali corrono infatti gli stessi rischi, dal momento che l’infezione avviene prevalentemente, come abbiamo visto, in ambienti ricchi di acque stagnanti o ferme, abitati da animali infetti quali topi, ratti e altri animali selvatici o domestici.
Fonte(https://www.albanesi.it/veterinaria)